Si è appena conclusa la formazione Avvicinarsi alle persone senza dimora organizzata nell’ambito del progetto DimOra!, i cui incontri formativi si sono svolti online nei mesi di marzo e aprile e sono stati condotti dal docente Charlie Barnao.
Il professore Barnao è un sociologo siciliano che ha condotto ricerche qualitative sul campo, vivendo per lunghi anni con i senza dimora, osservando i loro modi di vivere in strada per cercare di vedere il mondo secondo la loro prospettiva. Oggi insegna all’Università Magna Graecia di Catanzaro dove ha contribuito all’apertura di un corso di studi unico in Italia, “Sociologia della sopravvivenza”, di cui è responsabile.
Ed è proprio del concetto di “sopravvivenza” – tema trattato approfonditamente durante gli incontri formativi – che qui approfondiamo, per capire come le persone senza dimora riescano a (soprav)vivere una quotidianità costantemente esposta ai rischi connessi alla vita di strada e alle intemperie del tempo.
“La strada è sporca e violenta, può apparire un luogo in cui regna il caos, invece ha delle regole precise e degli attori strategici” ha raccontato il Professore, parlando di un mondo poco noto ai più, quello dei lavori-ombra: “si tratta di attività che rientrano nell’economia informale, legata agli scambi che si fanno su strada, che permettono ai senza dimora il procacciamento di beni materiali e immateriali necessari per la sopravvivenza.“
Ci sono alcuni senza dimora che fungono da “ufficio informazioni“: si tratta di homeless che occupano posizioni centrali, e in un certo senso privilegiate, nella “società della strada”.
Per cui danno l’accesso ad informazioni su servizi fondamentali per sopravvivere alla vita di strada (quali cibo, alloggio – panchine o baracche abbandonate – droga, protezione, alcool) in cambio di sigarette, vino, prestazioni o altre informazioni.
Gli scambi di beni, siano essi materiali o immateriali, sono quasi sempre sbilanciati, perché anche in strada esiste o comunque si viene a creare una gerarchia, e improntati al principio del do ut des. “Il tema della reciprocità è sempre presente: quel che tu mi dai, prima o poi me lo ritorni“.
Il sociologo, inoltre, ha sottolineato l’importanza dei beni immateriali per i senza dimora, primi tra tutti il rispetto e la fiducia: “saper far bene i lavori ombra porta rispetto e gratificazione sociale.”
Spesso ci si chiede come sia possibile che una persona finisca per vivere in strada e, soprattutto, se lo fa per una scelta di vita o perché costretta da circostanze incidentali. Barnao lo spiega in modo chiaro: “ci sono diverse categorie di senza dimora: ci sono persone che non scelgono di vivere per strada, ma ci finiscono per ragioni strutturali, vedi gli sfrattati, gli immigrati stranieri irregolari o richiedenti asilo (che spesso non hanno altra scelta), gli ex carcerati, gli alcoldipendenti o i tossicodipendenti; poi c’è una piccola quota che decide di vivere per strada in quanto fa parte della controcultura che ha deciso di abbracciare, come la categoria dei punkabbestia.“