Said El Baraki è uno degli ex-ospiti del Polo Agape che, grazie ad un percorso di inclusione avviato nell’ambito del progetto DimOra!, è riuscito a trovare la sua indipendenza e autonomia abitativa, ricominciando una nuova vita. Ringraziamo Said per le straordinarie parole che ci ha voluto dedicare spontaneamente in questa lettera, che abbiamo voluto pubblicare integralmente per condividere la sua storia.
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Carissimi operatori, carissimi coordinatori, carissima direttrice dell’Istituto Valdese, carissimi responsabili del Comune di Palermo, carissima Clinica dei diritti umani, carissima Avvocato Alice Argento, carissima scrittrice e lottatrice per i diritti umani Giorgia Butera, Carissimo Centro Agape e Progetto Pon Metro Dimora. Per fine carissima Italia.
Buonasera a tutti voi ognuno per suo nome, vi scrivo questo modesto pensiero dalla mia nuova casa per esprimere la mia gratitudine ed il mio riconoscimento di tutto ciò che avete rappresentato per me in questo periodo, dal 09/06/2020 al 23/01/2021.
Vivo in Italia da circa 21 anni e mi sono trovato spesso in difficoltà di vario tipo e questa volta ho deciso di salutare e ringraziare in questo modo. Per la prima volta nella mia vita ho trovato una soluzione vera per un mio problema personale. Per la prima volta mi sento accolto, rispettato ed apprezzato da un sistema e da persone che non mi hanno mai conosciuto.
Nel centro in cui sono stato ospite ho percepito subito un certo calore che ha fatto sì che la mia permanenza non fosse un capitolo inutile della mia vita. Forse può dipendere anche dai valori che ho sempre portato dentro di me, anche se a volte li ho infranti per debolezza, smarrimento, solitudine o insicurezza. Presso il centro Agape ho realizzato che una persona può lavorare per far sì che il proprio stile di vita migliori, per uscire dal buio ed andare verso una luce che all’inizio può apparire debole, ma piano piano va aumentando come fosse la famosa camminata di Michael Jackson, scusate l’ironia ma quella fortunatamente non mi è mai mancata.
Ho lavorato per anni nel settore sociale ed ho conosciuto tantissime realtà, la vostra è una di quelle che possono avere tanto successo con i propri utenti, ovviamente sempre con voglia di fare, con i vostri sorrisi, la vostra disponibilità ed immaginazione. Ovviamente da modesto mediatore interculturale e immigrato di vecchia data ormai, ho vissuto in centro una doppia personalità e quello che mi ha lasciato segnato è che mi sono sentito anche un punto di riferimento per tanti ospiti che mi hanno dedicato rispetto e ascolto. Con determinazione e impegno il centro mi ha aiutato a mettere sotto i riflettori i miei grandi problemi ed assieme abbiamo cercato di trovare soluzioni per ognuno di loro.
A metà maggio scorso mi sentivo debole, battuto, sconfitto, sentimenti inaccettabili per me. Avevo perso la casa dove vivevo ormai da tre anni in nero, il proprietario non mi ha mai voluto accordare un contratto di locazione. Allora grazie ad una semplice chiacchierata con l’amica Giorgia Butera sui social, sono venuto a sapere del Progetto Dimora! Pon Metro nel quale sono stato subito inserito, dopo circa 20 giorni dall’iscrizione. Bussando alla porta del centro ho iniziato finalmente a respirare anche se, ironicamente, con il covid era una cosa sicuramente poco raccomandabile.
Al centro mi sono sentito una persona felice perché ho trovato l’input per ricostruirmi, un altro passaggio della mia vita per trovare gli input e riprenderne il controllo. Come si sa, per tutto il mondo è stato un anno difficile, ma per me lo è stato veramente in modo particolare. A gennaio scorso ho perso il mio permesso di soggiorno di lungo periodo e per una semplice richiesta di duplicato mi sono trovato a rischiare un rigetto, una revoca e quindi, di conseguenza, rischiare l’espulsione da un paese in cui finalmente ho sognato di avere, una casa, una famiglia e, perché no, una certezza di vita. Perciò ringrazio l’avvocatessa Alice Argento che grazie al centro mi ha sostenuto con grande umanità e professionalità. Grazie a questo impegno una settimana fa abbiamo raggiunto un traguardo importante: l’annullamento del provvedimento di revoca del permesso UE, in attesa della decisione finale a Maggio prossimo per quello che riguarda il ricorso El Baraki Said contro la questura di Palermo.
Posso dirvi tantissime altre cose, ma vi dico tant’altro in breve: vi voglio bene e vi ringrazio con tutto il mio cuore per tutto ciò. Per me da 1 a 10 meritate un voto di 10 e vi auguro tantissime belle cose nelle vostre vite personali e professionali. Prima di concludere vi cito solo un proverbio arabo che amo molto:
“CHI DESIDERA TANTO IL MIELE DEVE SOPPORTARE IL PUNGIGLIONE DELLE API”.
TANTISSIMI BACI ED ABBRACCI DA SAID EL BARAKI.